Si è appena concluso il GeoGebra Day a Torino.
La Casa degli Insegnanti vi ha partecipato in due vesti, come organizzatore dell’evento e con due comunicazioni, quella di un gruppo di insegnanti sull’esperienza nel Progetto di inclusione degli allievi con BES tramite GeoGebra realizzato durante lo scorso anno scolastico e quella di Maria Cantoni e Donatella Merlo intitolata appunto ‘Il fascino della Matematica‘.
Il titolo, molto evocativo voleva evidenziare come la Matematica, nella sua essenza, sia portatrice di strutture e modi ragionare di estrema bellezza tanto da far dire a Bertrand Russel:
“La matematica, vista nella giusta luce, possiede non soltanto verità ma anche suprema bellezza – una bellezza fredda e austera, come quella della scultura.” (da Misticismo e logica, 1917)
Per far comprendere ai partecipanti questa bellezza le due relatrici hanno portato esempi di attività svolte in percorsi di formazione di matematica con insegnanti di tutti gli ordini scolari, durante i quali hanno illustrato ed esemplificato un nuovo modo di pensare alla geometria e quindi di insegnarla in classe, cominciando dalle prime esperienze di gioco che i bambini fanno nella scuola dell’infanzia fino alle astrazioni raggiungibili nel biennio delle superiori.
Le relatrici dicono: “Noi pensiamo che tutto sia legato ai primi passi che i bambini riescono a fare, cioè alle immagini mentali che costruiscono (secondo l’età), manipolando la realtà, poi ai concetti astratti, che da quelle immagini prendono vita, diventando stabili strumenti operativi da socializzare in una dinamica di classe.”
Il modello di insegnamento che esse presentano parte da Euclide portato ad esempio non tanto per il contenuto dei suoi libri ma soprattutto per il suo metodo:
“Guardiamo alla geometria euclidea perché per la prima volta incontriamo un uomo, Euclide, che, analizzando tutti gli sforzi di ricerca di conoscenza di coloro che lo avevano preceduto, ha cercato di farci entrare in questo mondo delle idee prendendoci per mano, esplicitando passo passo i suoi comportamenti per passare dalla realtà delle cose alla realtà dei concetti. Ogni pezzo di cammino diviene un’esperienza a cui far riferimento che si trasforma da elemento base di conoscenza a strumento per proseguire.”
Partendo da queste premesse e dall’idea di rivisitare Euclide passando attraverso le idee espresse nel Programma di Erlangen da Felix Klein, viene presentato un percorso di lavoro che, sfruttando le manipolazioni spontanee dei bambini e rendendole coscienti, arriva ad utilizzare le trasformazioni geometriche come strumento per risolvere problemi e comprendere meglio e con più facilità molti teoremi della geometria che nel modo tradizionale risulterebbero molto più ostici.
L’intervento al GeoGebra Day, necessariamente breve, ha presentato dei flash su questo possibile percorso esemplificandolo con due problemi che sono stati proposti in diversi contesti formativi ad insegnanti della scuola dell’infanzia e dell’obbligo in cui il ruolo di GeoGebra risulta evidente.
Il tutto è stato raccolto in un GeoGebraBook fruibile in rete a questo indirizzo: http://ggbtu.be/bEdokNIsy
In allegato a questo articolo il testo della relazione in sintesi.
Chi è interessato al discorso, può inserire i suoi commenti a questo articolo e mettersi in contatto con le relatrici.